Tutti diversi, tutti unici

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News

AVELLINO
8-9 NOVEMBRE 2018
EX CARCERE BORBONICO
La 15ª edizione di Museinforma si propone  di  riflettere sull’idea del patrimonio culturale come risorsa per l’inclusione e l’educazione alla diversità.
Nella pagina web si trova il Programma dettagliato dell'iniziativa.




Ricerca scientifica, modelli di intervento, strumenti operativi: il punto sull'autismo

 



 

Seminario e Laboratorio formativo con il pedagogista Daniele Novara


Urlare non serve a nulla! L'arte di organizzare l'educazione dei figli

Essere genitori ben organizzati, con un progetto educativo condiviso, vivere la dimensione relazionale affettiva, essere autorevoli e non autoritari, saper stare nei conflitti con i figli senza colpevolizzarli e riuscendo a dare regole sostenibili, su questi ed altri argomenti l’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini di Salerno si confronterà con Daniele Novara, illustre pedagogista e formatore, direttore scientifico della Scuola Genitori presente in molte città italiane.

  • SEMINARIO 19 Maggio 2017     Ore 16.00  
  • LABORATORIO GENITORI 20 Maggio 2017 Ore 9.00 - 13.00

 Aula Magna I.C. Montalcini  Via Picenza, 30 - Salerno

Pedagogista, counselor e formatore, vive a Piacenza dove nel 1989 ha fondato il Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la gestione dei conflitti.
Dal 2004 è docente del Master in Formazione interculturale presso l’Università Cattolica di Milano e dal 2002 dirige “Conflitti. Rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica”.
È autore di numerosi libri e pubblicazioni.
Considerato l’interesse della tematica e la valenza professionale del relatore, vi preghiamo di prenotare la vostra presenza ad uno od entrambi gli eventi presso l’Ufficio di Segreteria in Via Picenza, 30 - Salerno o compilando il modulo on line che troverete al seguente link https://goo.gl/forms/CVgjMjwnerVBEDCO2

Seminario a Salerno il 13 - 14 maggio 2017 presso Novotel

 La pratica psicomotoria Aucouturier: dal piacere di agire al piacere di pensare

 Il seminario snoda i passaggi che danno “forma” a ciò che il prof. Bernard Aucouturier declina come il “percorso di maturazione psicologica che si estende dal corpo fino al linguaggio verbale” e al pensiero. Ma, come avviene lo sviluppo di tale percorso? Quali sono i passaggi nodali-vitali che possono far evolvere il bambino in maniera armoniosa nel corso della sua vita? Chi può aiutare il bambino a svilupparsi? Solo lui stesso, a condizioni che gli siano dati e i migliori mezzi perchè egli possa prenderli per svilupparsi da se stesso. Bernard Aucouturier afferma “Lo psicomotricista è là PER il bambino e non CON il bambino”. Essere là per lui , significa ricercare, porre al servizio del bambino “mezzi” che inneschino una trasformazione, ovvero una “caccia al piacere”.
Lucia Rizzo
Scarica la locandina qui

 

 

 

 

 

  Master di I livello in


Didattica e Psicopedagogia degli alunni con disturbi dello spettro autistico


Anno accademico 2016/2017
Riservato a n. 100 docenti a T.I. delle scuole della Campania + 20 posti per altre categorie

Il percorso formativo, frutto di una intesa tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e la ex Conferenza Nazionale dei Presidi delle Facoltà di Scienze della Formazione, è finalizzato all'acquisizione di elevate conoscenze e competenze nel settore della didattica e della psicopedagogia per alunni con disturbo autistico, soprattutto al fine della predisposizione di adeguate strategie didattiche e formative aventi come obiettivo la piena inclusione degli allievi.

Le aree tematiche del Master comprendono: pedagogia e didattica speciale; didattica speciale; pedagogia speciale; tecnologie per la disabilità, autismo e ricerca educativa, classificazione, criteri diagnostici e diagnosi funzionale; procedure e strumenti di valutazione e programmi di intervento psicoeducativo; quadro teorico e riferimenti normativi.


 Nei giorni 1, 2 e 3 dicembre 2016 si terrà a Salerno – organizzato dal Centro Studi ERICKSON con la collaborazione del CIDI Salerno il Convegno nazionale “LA SCUOLA DEL PRESENTE TRA EDUCAZIONE E DIDATTICA. Promuovere l’inclusione valorizzando le differenze”.
Programma e modalità di partecipazione sono sul sito:
http://formazione.erickson.it/corsi_convegni/scuola-presente-educazione-didattica/


Corso on line "Dislessia Amica"



Come segnalato in Collegio Docenti, il nostro Istituto si è registrato  sulla piattaforma "Dislessia Amica" per aderire al progetto formativo di e-learning, volto a rendere la scuola italiana effettivamente inclusiva per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
L’iniziativa, parte integrante del progetto nazionale Dislessia Amica, è stata fortemente voluta dall’Associazione Italiana Dislessia e da Fondazione TIM, d’intesa con il MIUR.
Il progetto è rivolto alla scuola primaria e alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Il percorso, che avrà una durata di 40 ore, si articola in 4 moduli:
  1. Competenze organizzative e gestionali della Scuola;
  2. Competenze osservative dei docenti per la progettazione efficace del PDP;
  3. Competenze metodologiche e didattiche;
  4. Competenze valutative
 Ogni modulo avrà una durata di 10 ore, così articolate:
  • 7 ore di formazione con studio individuale dei materiali proposti (indicazioni operative, approfondimenti);
  • 2 ore di videolezione;
  • 1 ora per la verifica mediante un questionario a risposte chiuse. 
A conclusione di ogni singolo modulo i docenti partecipanti dovranno completare un test, il cui superamento consentirà l'accesso alla fase successiva.
La nostra scuola intraprenderà il corso nel I turno nel corso dell’AS 2016/2017:
  • I° TURNO (Ottobre-Dicembre 2016),
Per poter fruire del percorso formativo dovremo iscrivere almeno 15 docenti.
Al termine del corso, i docenti che avranno superato i test previsti nel tempo stabilito, riceveranno un attestato di partecipazione, mentre la scuola otterrà la certificazione di scuola “Dislessia Amica”, purchè il 60% dei docenti che ha iscritto abbiano superato correttamente il corso.
Maggiori informazioni sul progetto e sui requisiti di partecipazione delle scuole sono disponibili a questo link.
Per permetterci di iscrivervi dovrete inviare alla docente referente DSA - Cimino Maria Rosaria - una  mail con  NOME, COGNOME, MAIL e CODICE FISCALE.

Piano per l'Inclusione 2015/16

Breve presentazione del Piano per l'Inclusione del nostro Istituto

Presentazione

 

 

 

Accordo di rete a.s. 2014.15
ACCORDO DI RETE C.T.I. (Centro Territoriale per l'Inclusione) GIOVANNI Paolo II ex IC Torrione alto) Salerno

Testo dell'Accordo



LABORATORIO “ICF NEL CONTESTO SCOLASTICO”

La scheda di adesione va compilata ed inviata a ctigiovannipaolosalerno@gmail.com


Gli alunni disabili fanno didattica in classe, ma non partecipano alle gite

Il dato è stato fornito dall'Istat che ha pubblicato il rapporto 2013/14 relativo all'integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Il rapporto mette in evidenza come il programma individualizzato deve essere accompagnato, ai fini di una completa inclusione, da una condivisione del percorso didattico e dei momenti di socializzazione con i compagni di scuola.
Processo d'inclusione che dovrebbe prevdedere anche una completa partecipazione dell’alunno con disabilità a tutte le attività scolastiche, alle gite di istruzione e alle uscite didattiche brevi. Attività che spesso implicano una maggiore complessità organizzativa dell’evento (numero di accompagnatori, scelta di luoghi accessibili, ecc.).
I dati dimostrano come gli alunni con disabilità passano la maggior parte del loro tempo all’interno della classe (in media 24,5 ore settimanali per la scuola primaria e 22,7 per quella secondaria) e svolgono attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3,8 ore settimanali nella scuola primaria e 4,4 nella scuola secondaria di primo grado.
Le ore svolte al di fuori della classe salgono a oltre 5 nelle scuole del Nord, mentre scendono nel Mezzogiorno a circa 2 ore sia nelle scuole primarie sia nelle secondarie di primo grado.
Se l’alunno presenta problemi di autonomia (nello spostarsi, nel mangiare e nell’andare in bagno) diminuisce drasticamente il numero di ore di didattica passate in classe, segno questo di una maggiore difficoltà di inclusione per gli alunni con problemi di autonomia.
Nel Nord gli alunni non autonomi in tutte e tre le attività indagate svolgono attività didattica al di fuori della classe per un numero maggiore di ore: 11 ore nella scuola primaria e 13,5 ore nella scuola secondaria di primo grado.
Al contrario, gli alunni nel Mezzogiorno passano fuori dalla classe solo 4,2 ore nella scuola primaria e 6,7 ore nella scuola secondaria di primo grado.
Per quanto riguarda la partecipazione alle uscite didattiche, se la partecipazione è buona per quelle brevi senza pernottamento (infatti, gli alunni che non partecipano a questo tipo di attività rappresentano circa un 10% in entrambi gli ordini scolastici), la partecipazione alle gite di istruzione con pernottamento è meno frequente.
Infatti, solo il 26% degli alunni della scuola primaria e il 51% di quelli della scuola secondaria partecipano alle gite di istruzione con pernottamento.



ALUNNI DISABILI: LA LEGGE STABILISCE CHE NON DEVONO ESSERE TRATTENUTI ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA     

 E’ opportuno o meno trattenere un alunno con disabilità un anno in più alla Scuola dell’Infanzia? La L. 53/03 prevede per tutti l’inizio della Scuola Primaria a sei anni

Capita spesso che genitori ed insegnanti si interroghino sull’opportunità o meno di trattenere o meno un bambino con disabilità un anno in più alla Scuola dell’Infanzia, al fine di favorire lo sviluppo delle competenze necessarie per affrontare la Scuola Primaria. Il dibattito è aperto e non sempre le opinioni giungono a posizioni condivise. Cosa prevede la legge?
Il ministero dell’istruzione ha affrontato questa questione fin dagli anni ’70 ed oggi in base alla L. 53/03 ed al D. Lgs. 59/04 è stabilito che tutti i bambini debbano iniziare la Scuola Primaria all’età di sei anni. Eventuali trattenimenti, quindi, devono riguardare solo situazioni eccezionali e non sono di facile attuazione.
La legge, cioè, propone di evitare il divario di età fra il bambino con disabilità ed i compagni, che potrebbe comportare difficoltà per l’integrazione. La presenza del gruppo dei pari è infatti ritenuta fortemente stimolante per una efficace inclusione. La normativa poggia sugli orientamenti psicopedagogici secondo cui occorre che gli alunni con disabilità siano educati in gruppi di coetanei al fine di favorire la loro crescita negli apprendimenti, nella comunicazione, nella socializzazione, nelle relazioni, come previsto dalla L. 104/1992. Se un bimbo con disabilità viene trattenuto oltre il compimento del sesto anno presso la Scuola dell’Infanzia, inoltre, perde il contatto col gruppo dei coetanei, con alcuni dei quali invece potrebbe proseguire in scuola primaria. Si interrompe, cioè, anche la relazione affettiva con i compagni, con la privazione delle relazioni amicali che ne deriva.
L’argomento è tornato in primo piano poiché il MIUR, in Febbraio, aveva emanato la nota n. 338, che aveva consentito agli alunni stranieri adottati di permanere nella scuola dell’infanzia, al fine di raggiungere un equilibrio psicologico e apprenditivo utile ad affrontare l’inizio della scuola dell’obbligo. All’interno di tale documento, per giustificare la deroga all’inizio dell’obbligo scolastico, veniva citato l’esempio degli alunni con disabilità, per i quali una circolare degli anni ’70 aveva appunto consentito tale deroga. Dopo l’intervento della FISH in merito al riferimento improprio ad una vecchia circolare, di fatto superata dalla L. 53, la nota n. 338 è stata sospesa e sostituita con la nota n. 547/14. In essa non si fa più alcun riferimento alla vecchia circolare degli anni ’70 e si consente eccezionalmente il trattenimento per un solo anno per alunni che necessitano di una speciale attenzione, ai sensi della Direttiva del 27/12/12 sui Bisogni Educativi Speciali e successive circolari applicative. Si chiarisce inoltre che tale disposizione può essere applicata in caso di motivi gravi o di salute, come previsto dal D. Lgs. 297/94. Naturalmente, i motivi di salute non possano coincidere con la sola situazione di disabilità certificata, perciò anche per essi vale la condizione della straordinarietà della situazione per ricorrere all’eventuale trattenimento.
Tratto dal sito disabili.com http://www.disabili.com/ 14/03/2014

 Alunni disabili, la Campania semplifica le procedure di accertamento

Grazie al lavoro del Comitato consultivo regionale appositamente istituito, avviato un percorso amministrativo semplificato. Iniziativa per ovviare alle difficoltà dovute al processo amministrativo, che vede coinvolti enti e istituzioni diverse
NAPOLI - Andare a scuola in Campania sarà più semplice, per gli alunni disabili. La Regione Campania semplifica la procedura dell'accertamento dell'handicap dell'alunno (ai sensi degli articoli 12 e 13 della legge 104/92), per ovviare alle difficoltà dovute al processo amministrativo che vede coinvolti enti e istituzioni diverse, come scuola, Inps, Asl,  non sempre in sinergia fra loro. Per questo motivo, fino a oggi il percorso per l'inserimento scolastico degli alunni con disabilità era stato caratterizzato da numerosi ricorsi da parte dei genitori che avevano fatto richiesta alla scuola di insegnanti di sostegno: in molti casi accadeva che l'insegnante di sostegno venisse negato a quegli stessi alunni cui in un primo momento era stato accordato. Oggi, grazie al lavoro del Comitato Consultivo Regionale appositamente istituito, il genitore che intende accedere ai benefici stabiliti dalla legge 104 seguirà un percorso amministrativo semplificato e che non lascia spazio ad ambiguità e a inerzie burocratiche. I risultati sono stati presentati nel corso della Conferenza di presentazione a cura del Comitato Consultivo Regionale.
"E' davvero un successo aver completato il percorso che premia l'ottimo lavoro del Comitato - ha detto il vice Presidente della Regione Campania, Guido Trombetti -. In questo modo  la  Regione Campania si adegua alle normative vigenti che stabiliscono tappe importanti quali la diagnosi funzionale e il PEI e soprattutto segue nel tempo i miglioramenti dei bambini. Si tratta di un risultato che posiziona la nostra regione ai primi posti tra le regioni virtuose per questa problematica.
"Dopo l'approvazione della delibera, abbiamo continuato il nostro lavoro per creare le premesse per una sua corretta applicazione - ha detto Giovanni Delrio, presidente del Comitato -. Adesso è tutto pronto per accogliere l'alunno a scuola con una corretta diagnosi funzionale  e se il meccanismo va bene a regime non vi sarà più motivo di fare ricorso al TAR per  l'assegnazione dell'insegnante di sostegno, ricorso che comportava anche un impegno economico di  circa mille euro a famiglia".
Poiché per avere l'insegnante di sostegno, era necessario il riconoscimento al godimento della legge 104, è stata siglata una Convenzione con l'Inps affinché le commissioni a ciò deputate comunicassero la loro risposta in 30 giorni. "Per una corretta applicazione delle norme vigenti è necessario che le Asl mettano in condizione le Unità Multidisciplinari di rilasciare la Diagnosi funzionale secondo un sistema di valutazione noto come ICF - ha spiegato Delrio -  E' questo il documento su cui si basa il lavoro dei gruppi GLH - gruppo di lavoro per l'handicap - presenti in tutte le scuole. Questo gruppo di lavoro prepara il PEI (piano educativo individuale) che consente di quantificare il numero di ore di sostegno di cui ha bisogno l'alunno con disabilità. Le Asl hanno collaborato facendo una revisione delle Unità Multidisciplinari presenti nei propri Distretti e consentendo degli incontri di informazione per un adeguamento appropriato alla nuova procedura".
"Abbiamo chiesto a tutti i Direttori generali la composizione delle Unità multidisciplinari che hanno il compito di redigere il documento della Diagnosi funzionale che caratterizza la condizione del disabile. Poiché molti operatori non utilizzavano la Diagnosi funzionale, abbiamo organizzato gratuitamente ,per la Regione e per le ASL dei Corsi di informazione sull'argomento. Gli ultimi incontri con la ASL NA 3 SUD si terranno il mese prossimo".  "Inoltre - ha concluso il presidente del Comitato Giovanni Delrio - ci siamo confrontati con gli Uffici Regionali e Provinciali della scuola per organizzare incontri con i Dirigenti scolastici, gli insegnanti e le famiglie e per concordare con  loro il lavoro da fare". (ip)
(15 novembre 2013)
Tratto dal portale di informazione e di documentazione sulle tematiche della disabilità SuperAbile


Libri elettronici contro la dislessia, così i bambini leggono meglio

Righe più brevi e lettere meno affollate riducono le difficoltà di lettura

Righe più brevi, una maggiore spaziatura fra le lettere e un testo meno affollato: sono questi i vantaggi dei libri elettronici che possono aiutare a migliorare le capacità di lettura di chi soffre di dislessia. A sottolinearlo sono gli autori di una ricerca pubblicata su PLoS One secondo cui quando un ragazzo dislessico legge un testo sullo schermo di un eReader la sua velocità di lettura aumenta del 27%, mentre il numero dei momenti in cui l'occhio resta fisso sullo stesso punto per riconoscere le lettere circostanti diminuisce dell'11%. Non solo, l'uso dei lettori elettronici riduce di più di 2 volte il numero dei movimenti dell'occhio verso la parte già letta, spostamenti in genere associati all'aumento delle difficoltà di elaborazione del testo.
Il fattore chiave che è importante perché l'effetto sia utile è che ci sono poche parole per linea”, ha spiegato Matthew Schneps, ricercatore dello Science Education Center dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Usa) e primo autore dello studio. Non è, quindi, il lettore elettronico in sé e per sé a venire in aiuto a chi ha problemi di dislessia, ma il formato del testo, che come spiega lo stesso Schenps potrebbe essere riprodotto anche sulla carta, su di una lavagna o qualsiasi altro tipo di supporto.
di Silvia Soligon dal Sole 24ORE del 24/09/2013

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